FICO SECCO REALE DI ATESSA

Area di Produzione

La zona collinare dei Comuni di Atessa, Torino di Sangro, Archi, Perano e Paglieta, in provincia di Chieti.

Stagionalità

Si raccoglie alla fine del periodo estivo. Ogni anno il fico secco viene messo in commercio dopo il 4 ottobre.

Il Presidio

Responsabile Slow Food

Antonio Campitelli

antonio-campitelli@virgilio.it

Referente dei produttori

Corinda Stefano

ficorealediatessa@gmail.com 

 

I celebri fichi di Atessa hanno avuto un importante mercato fino a quarant’anni fa, ma negli anni ’70 e ’80 lo sviluppo industriale della Val di Sangro ha messo in crisi le produzioni agricole. Oggi pochi giovani hanno deciso di recuperare questa tradizione antichissima, di coltivazione e di trasformazione e il Presidio sostiene il loro lavoro. I produttori riuniti in associazione si sono dati un disciplinare che regola la coltivazione senza diserbo chimico e fertilizzanti di sintesi, la raccolta e l’essiccazione e la vendita non prima del periodo canonico (dopo il 4 ottobre di ogni anno).

I Produttori

Associazione Fico Reale di Atessa

Tel. 339 1710276
www.ficorealediatessa.it
ficorealediatessa@gmail.com

 

La Ruelle

di Corinda Stefano
Atessa (Ch), Contrada Piana Matteo, 55
Tel. 333.3435274

www.laruelle.it
info@laruelle.it

Produce il Fico secco reale di Atessa utilizzando i fichi coltivati in proprio e quelli conferiti da: Concezio Candeloro, Andrea Cinalli, Siria Cinalli, Antonietta Cinalli, Giuseppe Giannico e Marco Rossi

Approfondimenti

Il primo fico secco nel Comune di Atessa è stato rivenuto in una villa romana in località di Acquachiara e risale al I secolo avanti Cristo. Un legame storico, importante e antichissimo, che nobilita, come in nessun altro caso in Abruzzo, la produzione di fichi secchi ad Atessa. Persino il nome, in atessano, caratteristico dei fichi secchi, caracìne, rinvia alle origini locali del frutto. I Caracini, infatti, erano proprio la stirpe, tribù, sannita che abitava il territorio atessano ancora all’epoca del ritrovamento. Erroneo è collegare il nome caracìne a carices, ossia ‘della Caria’, in quanto esse è diffuso solo nella parte di Abruzzo dove, appunto, i Sanniti Caracini vivevano. Le vicende, poi, dei caracini, è ovvio, seguono quelle dell’impero Romano, di cui quei territori facevano parte, e ove il fico secco, come noto, era ampiamente diffuso e apprezzato. Per quanto concerne la storia locale, invece, esistono notizie storiche sulla produzione e commercio di fichi secchi atessani sin dal Medioevo. La produzione e il commercio dei fichi si conferma molto importante anche successivamente, tanto da essere citati nel Dizionario geografico-ragionato del 1797 del Regno di Napoli, e nel Nuovo Dizionario di geografia universale, del 1858. Alla storia di Atessa è legata anche la varietà reale stessa. Infatti, nel 1819 si scrive: “il fico reale, o di Versailles, è quasi rotondo, bianco. È abbondantissimo, ma non buono se non secco: i terreni asciutti meglio convengono a questo”. Celebre era il torrone di fichi secchi, menzionato come prodotto tipico di Atessa, nei resoconti esteri del Ministero per il commercio dell’impero Asburgico, nel 1914. Ancora G. Rohlfs, linguista tedesco, in un suo articolo del 1937, ricorda come proprio come proprio in Atessa, i fichi fossero fatti essiccare, nei tempi più antichi, su di un tessuto composto da frasche di ginestra.

La storia del Fico secco reale di Atessa

Il fico reale di Atessa è una varietà molto apprezzata a partire dagli ultimi due secoli ed è considerato ideale per l’essiccazione. Gli storici raccontano che Roberto d’Angiò, avesse imposto, nel 1320, sulla zona di Chieti, delle gabelle sui fichi secchi prodotti ad Atessa e commercializzati via mare. Il periodo di raccolta ed essiccazione, a seconda del clima, va tra metà agosto fino alla fine di settembre.

I fichi vengono raccolti a mano, nelle prime ore del mattino, uno ad uno con una leggera rotazione del frutto per preservare l’integrità del picciolo e posti negli essiccatoi, fatti di piccole canne (cannizzi) legate tra loro. Possono essere essiccati interi o incisi a metà, ma le loro facce non devono aprirsi del tutto. Esposti al sole durante il giorno, coperti da una rete che tenga lontani gli insetti; alla sera, per evitare l’umidità, si ritirano in un luogo riparato e asciutto. Un’operazione questa che viene ripetuta per alcuni giorni, fino a quando i fichi diventano asciutti, ma ancora morbidi al tatto.

Una volta essiccati, i fichi reali vengono arricchiti con un gheriglio di noce locale inserito all’interno di una delle due parti; quindi si infornano a temperatura moderata, il tempo necessario affinché assumano un colore caramello caratteristico. Ancora caldi, i fichi secchi, così dorati, si ricompongono e si mettono a riposo, con foglie di alloro, in un luogo buio ed asciutto. Solo quando i sapori e profumi saranno ben amalgamati, i caracini potranno essere confezionati per il commercio o consumati al meglio.

La loro prelibatezza e la lunga conservazione hanno reso celebri i caracini di Atessa che sono utilizzati in cucina per diverse ricette, come dolci, confetture, dessert, condimento per carni, pani e biscotti.

Slow Food Abruzzo

Slow Food è una grande associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo. Ogni giorno Slow Food lavora in 150 Paesi per promuovere un’alimentazione buona, pulita e giusta per tutti.

I Presìdi Slow Food

I Presìdi Slow Food riuniscono e sostengono piccoli produttori custodi di grandi tradizioni gastronomiche a rischio di estinzione.

Contatti

Corso Roma 53, 66034 – Lanciano (Ch) Tel: 338.2680783 Email: info@slowfoodabruzzo.it