CECE DI NAVELLI
Area di Produzione
Piana di Navelli nel territorio della provincia de L’Aquila
Stagionalità
La raccolta avviene tra la fine di luglio e la fine di agosto.
Il Presidio
I Produttori
Tommaso Angelone
Navelli (Aq) Via dei Mori, 5
Tel. 339.6223456
tommaso.angelone57@gmail.com
Tommaso Cantalini
Navelli (Aq), Via del Commercio, 3
Tel. 338.3304194
Giuliana Di Luzio
Navelli (Aq) Via Fontevecchia, 5
Tel. 338.5865607 – 339 7797235
giuliana.diluzio@gmail.com
Berardino Di Felice
Navelli (Aq) Via Spiagge Grandi, 26
Tel. 329.6121814
berardino.difelice@libero.it
Agnese Di Iorio
Civitarenga (Aq) Via Cavour, 3
tel. 334.9038827
napoleonegianfranco@gmail.com
Mario Federico
Navelli (Aq) Via Roma, 10
Tel. 339.2806981
federico.mario79@tiscali.it
Alfonso Papaoli
Navelli (Aq) Via Spiagge Piccole 2
Tel. 347.9331731
info@papaolizafferano.com
Giuseppino Petrucci
Navelli (Aq) Via Pereto, 11
Tel. 329.2806981
giuseppinopetrucci@libero.it
Approfondimenti
Anche Quartapelle scrisse che: “colla farina di ceci si fa una sorta di polenta, che piace assai ai nostri contadini; se ne fanno ancora delle buone fritture. La medesima si unisce colla farina di frumento per farne del pane. Coi ceci bianchi cotti nell’acqua, e poscia pestati se ne fanno dei ravioli, vivanda di ceci pestati condita col pepe e col miele o col zucchero e chiusa in piccoli pezzetti di pasta”. Una curiosità. Il Trigramma (ovvero la trascrizione latina del nome greco di Gesù, IHS o JJS) presente all’interno della Basilica di San Bernardino de L’Aquila, ha un legame con il cece di Navelli. In base agli studi condotti, infatti, sembra che i ceci siano stati incollati al tavolato ligneo che sorregge l’opera per rendere la superficie irregolare e scabra. Dorati e stuccati, i ceci sono stati utilizzati per creare un definito effetto chiaroscurale al prezioso dettaglio voluto e disegnato dallo stesso Bernardino da Siena.
La storia del Cece di Navelli
Storicamente i primi erano destinati alla vendita, i secondi all’uso familiare. Questo legume cresce a 700-800 metri di quota in terreni aridi, leggeri, anche pietrosi e senza ristagno d’acqua. Ce lo ricorda anche il detto popolare: “alla terra nera non si mettono i ceci”, questo perché i terreni scuri e fertili fanno vegetare prima la pianta ma portano pochi frutti.
Tra marzo e aprile si effettua la semina, che può essere ritardata in base alle temperature stagionali, mentre la raccolta avviene in estate, tra la fine di luglio e la fine di agosto. Quando le piante sono quasi secche vengono divelte, riunite in “mannelli” che si lasciano asciugare nei campi, mentre negli appezzamenti di dimensioni importanti si effettua la trebbiatura meccanica. La sgranatura è fatta a mano. I ceci rossi hanno una buccia più dura rispetto a quelli bianchi, quindi necessitano di tempi di cottura più lunghi; sono più farinosi, hanno un sapore più intenso e sono particolarmente adatti alla preparazione di zuppe. In Abruzzo i ceci vengono utilizzati per molte preparazioni, ma il piatto di rito, sostanzioso e nutriente, che riscaldava il corpo e apriva il cenone della Vigilia di Natale era la zuppa di ceci e castagne.
Slow Food Abruzzo
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I Presìdi Slow Food
I Presìdi Slow Food riuniscono e sostengono piccoli produttori custodi di grandi tradizioni gastronomiche a rischio di estinzione.
Contatti
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