Carciofo di Cupello

Area di Produzione

Zona collinare del vastese con particolare concentrazione nei Comuni di Cupello, Monteodorisio, Lentella, Furci, San Salvo e Vasto, in provincia di Chieti.

Stagionalità

il periodo di maturazione comincia tra la fine del mese di marzo e l’inizio di aprile, a seconda dell’andamento climatico.

Produttori

Cooperativa Carciofo di Cupello

Cupello (Ch), Via Di Vittorio 3
Tel. 0873 317568
www.carciofodicupello.it
coop.srocco@tin.it

Approfondimenti

Per le sue proprietà benefiche, il carciofo è un ortaggio importante per la salute dell’uomo ed è ritenuto tale sin dai tempi antichi. Il nome botanico è Cynara Scolymus dove ‘cynara’, termine tutto romano, si riferisce, secondo Columella, all’uso di cospargere con cenere (cinis) il terreno destinato a ospitare la coltura. Ma può, allo stesso tempo, essere un riferimento al colorito grigio-verde delle foglie. ‘Scolymus’ deriva invece dal greco e significa ‘appuntito’ e, con molta probabilità, si riferisce alla forma allungata del carciofo; il termine italiano deriva presumibilmente dall’arabo kharshuf, utilizzato nei manoscritti per indicare sia il cardo che il carciofo. Il Carciofo di Cupello, ecotipo che deriva dal Campagnano romano, è figlio del territorio abruzzese posto tra le valli del Trigno e del Sinello, a pochissimi chilometri dal mare che, oltre a vantare la coltivazione dell’eccellente prodotto, vanta una posizione geograficamente felice. Certificazioni scritte e testimonianze della sua presenza cominciano a pervenire intorno al XV secolo. In un viaggio che l’ha condotto da Histonium, l’attuale Vasto, fino a Punta Penna, un padre domenicano, Serafino Razzi, nel suo diario risalente al 1575, racconta di una zona florida e di un prodotto che cresceva nelle campagne e negli orti familiari, il carciofo selvatico. Lorenzo Giustiniani nel “Dizionario geografico – ragionato del regno di Napoli” del 1797, ci lascia testimonianza di un territorio fertile e gentile in cui tutti erano “addetti all’agricoltura” e il carciofo destinato al consumo familiare; negli anni il carciofo, sempre più diffuso, finisce sui banchi del mercato di Lanciano (XVIII secolo), utilizzato inoltre per l’alimentazione delle Clarisse, nel monastero di Santa Chiara. Nell’immediato dopoguerra, per fronteggiare il forte cambiamento sociale ed economico nel vastese, in un periodo sempre più votato alle colture cerealicole, si avvertì la necessità di una vera e propria rivoluzione agricola e, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, a una coltivazione estensiva si preferì una coltivazione intensiva. Fu introdotta la varietà Mazzaferrata, ecotipo Cynara Scolymus L.ssp che, coltivato sempre con maggiore attenzione e ottenuto un rilevante successo, spinse gli agricoltori, nel 1961, a riunirsi in una Cooperativa con lo scopo di commercializzare il prodotto e allargarne i confini.

La storia del Carciofo di Cupello

Il carciofo di Cupello, conosciuto anche come “mazzaferrata”, per la forma che ricorda l’antica arma medievale, deriva dal campagnano, varietà di carciofo romano, a ciclo tardivo che matura tra la fine di marzo e gli inizi di aprile. L’ecotipo locale è panciuto, tondeggiante e si differenzia dal classico romano proprio nella forma che è più allungata. Inerme, perché privo di spine, ha un colorito verde e sfumature di violetto più o meno intense. La consistenza è tenera e carnosa e il gusto deciso lascia al palato un sapore corposo, pronunciato; un caratteristico retrogusto dolciastro gli è conferito dai micro elementi contenuti nel sottosuolo del territorio nel quale, secondo il rigido Disciplinare di produzione, deve essere coltivato. Oltre al capolino principale, le piante, intorno ai mesi di aprile e maggio, producono i carciofini, capolini più piccoli utilizzati generalmente per la preparazione di conserve o artigianalmente conservati in olio extravergine di oliva.

Le caratteristiche ambientali del territorio abruzzese sono favorevoli alla coltivazione del carciofo che si adatta ad un clima mediterraneo, ad estate arida e a inverno mite e piovoso. I terreni locali, che devono essere profondi e ben drenati, possiedono caratteristiche particolari in grado di esaltare alcune qualità già presenti nella varietà stessa di Cupello. A livello nutrizionale il carciofo riveste un importante ruolo per le sue caratteristiche biochimiche, ricco di vitamina A e B, di ferro, calcio e potassio e di una particolare sostanza, la cinarina, toccasana per l’intestino. In cucina si presenta come un ortaggio versatile e tra le verie preparazioni spicca il carciofo “alla cupellese”, imbottito con un ripieno di uova e formaggio.

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