Vino cotto di Roccamontepiano

Area di Produzione

territorio del Comune di Roccamontepiano in provincia di Chieti.

Stagionalità

La raccolta e la lavorazione dell’uva avviene in autunno; il prodotto è presente durante tutto l’anno.

Produttori

Vino Cotto Società Cooperativa

Roccamontepiano (Ch), Contrada Terranova, 21/bis
associazionevinocotto@gmail.com

Responsabile della comunità

Camillo Conti

Tel. 368.545506

Approfondimenti

Si narra che nell’antica Roma gli Imperatori utilizzassero il vino cotto come bevanda di fine pasto e alcune testimonianze giungono da Plauto che lo cita come bevanda da servire in un lauto banchetto e da Plinio e Columella che ne descrivono persino il metodo di preparazione. In un’opera più recente, del 1971, Mario Soldati decanta le qualità di un vino invecchiato 60 anni con queste parole: “Come vino da dessert lo trovo ottimo, di un bel colore rosso mattone e riflessi di oro cupo, il sapore strano affumicato e ruvido nella sua moderata dolcezza, corregge ed evita quella dolcezza vischiosa e a volte nauseabonda di tanti passiti e marsalati”. Di certo nei secoli il processo di produzione è cambiato ben poco, così come il risultato. Il vino cotto di Roccamontepiano ha origini lontane, millenarie e racchiude in sé la storia, la cultura e la tradizione del territorio tramandate da generazioni. Il ruolo che questo prodotto ha all’interno della comunità abruzzese si spiega nell’importanza data ad ogni singola botte, trattata al pari di un bene di grande valore, degno di essere portato persino in dote.
Ogni famiglia abruzzese, dopo aver scelto le migliori uve di solo Montepulciano d’Abruzzo, rispolvera il grande paiolo in rame, lu callare nel dialetto locale, dove inizia la lunga e laboriosa lavorazione del mosto che dura un’intera giornata. La tradizione unita alle leggi della chimica richiede che nel paiolo vengano immersi un pezzo di ferro e un piatto rotto, il primo come anodo per attrarre il rame, il secondo utilizzato per regolarizzare l’ebollizione grazie alla porosità della terracotta. I segreti legati alla produzione del vino cotto sono molteplici, custoditi gelosamente dalle famiglie e tramandati di padre in figlio. Un’usanza ancora attuale vede che nell’anno della nascita di un figlio si metta a maturare una botte di vino cotto, conservato fino al giorno del suo matrimonio e, solo allora, servito dal padrone di casa al termine del pranzo nuziale.

La storia del vino cotto di Roccamontepiano

Bevanda di prestigio e reliquia della cultura abruzzese. A Roccamontepiano, paese della provincia di Chieti, ai piedi della Maiella, è molto estesa ed importante la produzione del vino cotto. Viene citato già nell’antichità come un vino dal sapore particolare, “frutto dell’ingegno dell’uomo”. L’ingegno risiede nella capacità che hanno avuto gli antenati del luogo di sfruttare le risorse del territorio attraverso una lavorazione intelligente, non mutata nel tempo.

Dopo una lenta cottura del mosto delle uve autoctone, si effettua la cosiddetta “interzatura”, che consiste nella riduzione a caldo del volume di circa un terzo del mosto iniziale. “Rabboccato”, aggiunto cioè l’equivalente di mosto fresco, il prodotto viene fatto fermentare e successivamente invecchiare in botte. Questo procedimento rende il vino meno acido e meno soggetto a trasformarsi in aceto. In passato, quando il raccolto era peggiore del solito o quando il proprietario del terreno sceglieva l’uva migliore lasciando al contadino quella più rovinata, questi, per non rischiare di rimanere senza vino, grazie all’ingegno e alla creatività, riusciva non solo a bere vino per tutto l’anno ma addirittura ad averlo migliore di quello del padrone. Il periodo di invecchiamento va da un minimo di 1 anno fino a 30/40 anni e oltre e, al suo variare, cambiano la gradazione, che si aggira intorno ai 15 gradi e il sapore, secco o dolce, per la maggiore o minore presenza di residui zuccherini. L’odore è intenso e il retrogusto sempre asciutto e sapido. Il colore varia da un rosso ambrato a un rosso granato, fino al caratteristico occhio di gallo.

È proprio l’invecchiamento a migliorare progressivamente la qualità del vino cotto, preservandone la fragranza. Il vino cotto di Roccamontepiano è ricco di polifenoli, antiossidanti benefici per la salute ed è definito oggi elisir di lunga vita. È comunemente considerato vino della convivialità e dell’ospitalità, consumato normalmente come vino da dessert e apprezzato come digestivo. Oggi una cooperativa di 9 soci svolge l’attività di produzione di vino cotto e mosto cotto nel centro di cottura in contrada Terranova di Roccamontepiano, oltre ad imbottigliare e commercializzare il prodotto.

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