Caciocavallo di Pescocostanzo

Area di Produzione

Comuni di Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso in provincia di L’Aquila. 

Stagionalità

Si produce durante tutto l’anno. La stagionatura, dopo una sosta di venti giorni in locali freschi, dura dai 3 ai 12 mesi (può arrivare anche a 24 mesi).

Produttori

Azienda Agricola Agrituristica “Giuliana” di Monica Macino

Pescocostanzo (Aq), Contrada Pedicagna, Via Vulpes 25
Tel. 0864 641127

Michele Forcella

Pescocostanzo (Aq), Via Forcella
Tel. 0864 641196

Giuseppe Cardo

Pescocostanzo (Aq)
Via delle Pigne, 10
Tel. 0864 641062

Azienda Agricola Spica Andrea

Pescocostanzo (Aq), Via del Puzzillo, 6
Tel. 333 7904295
www.aziendaagricola.it
andrea@aziendaagricola.it

Approfondimenti

Teodoro de Caprariis, in uno scritto del 13 settembre 1912, estratto dal n. 6 della Cronaca Agricola, pubblicazione bimensile della Gazzetta del Popolo di Torino, parla del caciocavallo come del “caratteristico ed originale tipo del caseificio degli Abruzzi, del Molise, delle Puglie e della Basilicata” e ne descrive dettagliatamente la lavorazione, facendo riferimento all’utilizzo dei tini di legno.
Il nome “caciocavallo” deriva probabilmente dall’uso di appendere le forme fresche, legate a coppie, a cavallo di una trave per farle essiccare. Formaggio che presenta diverse sfumature di colore e di aromi a seconda della zona in cui viene prodotto, il caciocavallo degli Altipiani Maggiori gode di premi e riconoscimenti importanti. Il motivo risiede nella generosità di un territorio capace di accogliere un gran numero di animali al pascolo in perfetto stato di salute, allevati con metodi tradizionali allo stato semi-brado; questi ultimi restituiscono all’uomo una materia prima eccellente per confezionare formaggi prelibati che, attraverso la stagionatura, raggiungono gusti inimitabili. Tra i centri più rinomati e di più antica tradizione casearia spicca il Comune aquilano Pescocostanzo dove l’allevamento bovino ha origini antiche. Uno dei primi dati storici è riferibile alla fondazione di una società di allevatori pescolani, la Societas Bi-bulcorum, avvenuta nel corso del XVI secolo. in cui i pascoli e la tradizione casearia.

La storia del Caciocavallo di Pescocostanzo

“Fare la fine del caciocavallo” è un’espressione popolare già in uso durante il Regno delle Due Sicilie, in analogia alla forma strozzata all’estremità superiore, appeso con una corda di rafia a una pertica in legno orizzontale, a “cavallo”, da cui deriva inoltre la tipica forma a pera del formaggio. Per la preparazione del caciocavallo, soprattutto nei piccoli caseifici aziendali o familiari, si utilizzano recipienti e mastelli in legno che, data la porosità del materiale, fungono da starter e trasferiscono al latte innesti naturali e specifici. Al latte crudo vaccino riscaldato a 36° circa, viene addizionato il caglio di vitello e il sale per la coagulazione; rotta la cagliata, la forma viene trattata con acqua calda e modellata a mano; le forme globose ottenute vengono legate all’estremità superiore, immerse in acqua fredda e successivamente poste in salamoia; i caciocavalli, legati in coppia, vengono messi ad asciugare per circa venti giorni a cavallo di pertiche, in un locale fresco e asciutto; trascorso questo periodo sono pronti alla stagionatura che varia dai 3 ai 12 mesi ma che arriva anche ai 24 mesi.

Il Caciocavallo di Pescocostanzo è un formaggio grasso, a pasta filata dal sapore dolce e pastoso quando è poco stagionato, gradevolmente piccante quando la stagionatura è più lunga. La superficie esterna è lucida, liscia, sottile e di colore bianco; la pasta è compatta, presenta le tipiche sfogliature e il colore varia dal giallo chiaro al giallo più intenso. Si gusta solo o in abbinamento a pane e verdure, accompagnato da un vino rosato e leggero o da un vino rosso e corposo, in funzione della stagionatura. Le caratteristiche organolettiche di questo prodotto dipendono, oltre che dalle tecniche di lavorazione, dal tipo di alimentazione delle vacche, generalmente di razza Frisona, Bruno Alpina e Pezzata Rossa, che pascolano allo stato semibrado sugli altipiani abruzzesi, nella regione con il più grande patrimonio floristico d’Europa. Pescocostanzo, insieme ai comuni di Roccaraso, Rivisondoli e Palena, vanta un elevato numero di animali al pascolo e, allo stesso tempo, un formaggio come il caciocavallo, gustoso e dal grande valore gastronomico e nutrizionale.

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