MIELI DELL’APPENNINO ABRUZZESE

Area di Produzione

 la produzione dei tre mieli (millefiori, santoreggia e stregonia) avviene sulla montagna aquilana, partendo da un’altitudine minima di 850 metri. In particolare per i due mieli mono floreali, sono state individuate due aree vocate sul versante aquilano del Gran Sasso (miele di santoreggia), e nell’area marsicana del massiccio del Sirente Velino (miele di stregonia).

Stagionalità

Il millefiori si produce durante tutta l’estate. Le due fioriture dei mono floreali si susseguono. Da maggio a luglio fiorisce la stregonia, da luglio a settembre la santoreggia.

Il Presidio

Responsabile Slow Food

Giorgio Davini, tel 393 6132492

giorgiodavini@gmail.com

Referente dei produttori

Vittoriano Ciaccia, tel. 328 8960562

assopresidimieliabruzzo@gmail.com

Solo pochi apicoltori riescono a produrre oggi questi mieli monoflora rari e non sempre è possibile trovarli in commercio. Il Presidio nasce con l’obiettivo di preservare e incrementare la produzione dei mieli particolari dell’Appennino abruzzese. Mantenere attiva questa tradizione significa tutelare la biodiversità dei pascoli montani e riconoscere agli apicoltori e alle api un ruolo importantissimo nella salvaguardia della biodiversità floreale e vegetale. Oggi, grazie al Presidio, è nata la prima associazione di apicoltori della regione, che raggruppa oltre dieci produttori.

I Produttori

Pietro Asci

Ortona dei Marsi (Aq)
Tel. 347 9451399
ascimiele@gmail.com

Pasquale di Leonardo

Ortona dei Marsi (Aq)
Tel. 335 5827446
info@valledelgiovenco.it

Carlo Alberto Pietrangeli

Campotosto (Aq), Fraz. Poggio Cancelli
Tel. 345 9062443
carlopietrangeli@libero.it

Pasquale Nucci

Torricella Sicura (Te), Fraz. Magnanella
Tel. 380 3326251
pasquale.nucci@virgilio.it

Apicoltura Montagliani

Aielli (Aq), Via Garibaldi, 4
Tel. 0863 789273 – 338 2212839
francevilla@alice.it

Apicoltura Dolce Lavanda

Pescina (Aq), Via dei Mancini snc
Tel. 0863 842237 – 339 7566155
info@mieleraggidisole.it

Apiciaccia

Celano (Aq), Via Cicivette, 70
Tel. 0863 790754 – 328 8960562 – 329 1034039
apicolturaciaccia@gmail.com

Apicoltura Iulianella

Pescina (Aq), Via Garibaldi, 10
Tel. 0863 841957 – 348 2586081

Apicoltura Colle Salera

Pratola Peligna (AQ), Via per Prezza,58
Tel. 0864 271082 – 3333600083
collesalera@inwind.it

Approfondimenti

L’Abruzzo è “un paese dove scorre latte e miele”. Il latte, alimento base per i pastori, e il miele, l’equivalente di un dessert, rappresentava la dolcezza di vivere, in una civiltà che fino a qualche decennio fa non conosceva affatto lo zucchero, più raffinato e più costoso. La parola, forse, è addirittura ittita, melit, e per secoli, prima dell’arrivo del diretto concorrente, è stato l’unico alimento dolce disponibile. Fonti attestano che già nell’Egitto di 4000 anni fa, il miele veniva prodotto da apicoltori che spostavano le loro arnie lungo il Nilo. Lo usavano anche come ingrediente per i fluidi per l’imbalsamazione e alcune imposte erano pagate in miele. I ricettari greci abbondano di dolci al miele (considerato “cibo degli dei”), spesso mischiati con formaggi di capra e pecora. I romani ne adoperavano grandi quantità, tanto che lo importavano da Creta, Cipro, Spagna e Malta. Apicio, nel suo De re coquinaria, riporta una serie di ricette in cui è presente il dolce nettare, abbinato a piatti di pesce, carne, formaggi, verdura e frutta. Nel Medioevo aveva ancora un ruolo centrale e veniva utilizzato soprattutto come conservante, oltre che come dolcificante. Il consumo di miele subisce un calo quando viene introdotto lo zucchero, ma in Abruzzo, ed in molte altre regioni italiane, resta presente nelle ricette della tradizione legate anche alle ricorrenze religiose. In pasticceria continua a trovare largo impiego e nei giorni del Carnevale è difficile resistere alle croccanti palline di pasta fritta ricoperte di miele che compongono la “Cicerchiata”. È un dolce a base di farina, uova, olio extra vergine di oliva, zucchero. Dall’impasto si ricavano delle palline di un centimetro di diametro che vengono fritte in olio bollente o nello strutto, scolate, mescolate con miele bollente e disposte o a mucchietti o a formare una grande ciambella. Il miele, una volta freddo, solidifica la struttura del dolce che resta intatto per diversi giorni. Secondo le fonti, il dolce viene citato nelle Tavole Eugubine umbre, in cui è considerato un dolce sacrificale. Con tutta probabilità, però, il nome del dolce ha origini medievali e deriverebbe dalla cicerchia, uno dei legumi che facevano parte della dieta dei poveri, simile al pisello e al cece e molto diffuso in Abruzzo e in Umbria.

La storia dei Mieli dell’Appennino abruzzese

Il 30% del territorio abruzzese è compreso in un complesso sistema di Parchi e Riserve Naturali e proprio qui, molti apicoltori, attraverso il nomadismo, spesso spostano i loro apiari direttamente da un’area protetta all’altra. Grazie alla biodiversità della flora presente, alle attività agricole a basso impatto ambientale, in queste zone è possibile ottenere un miele eccellente. Nell’area del Gran Sasso, dei monti della Laga e del Sirente Velino, tutti in provincia de L’Aquila, sono molto interessanti due mieli monofloreali ricavati dalle essenze più tipiche di questi luoghi, la santoreggia (Satureja montana) e la stregonia (Syderitis syriaca). Questi due arbusti fanno parte della famiglia delle Labiate e crescono su prati aridi e terreni calcarei fino ad un’altitudine di 1300 metri la prima e di 1500 metri la seconda. Da maggio a giugno fiorisce la stregonia, e da luglio a settembre, la santoreggia.

La produzione del miele di santoreggia è rara e irregolare, ma non trascurabile in alcune zone del Gran Sasso, e dell’Appennino abruzzese. La stregonia, a volte confusa con l’ortica per via dell’aspetto, è diffusa in tutto il centro Italia ed è usata come decongestionante. Il miele di santoreggia ha un colore ambra chiaro, tendente al giallo – verde quando è liquido, grigio – verde se cristallizzato. Dopo la raccolta tende a solidificarsi velocemente e i cristalli formano una trama molto fine che conferisce al prodotto una consistenza morbida e piacevole in bocca. Oltre ai monoflora, la produzione della montagna aquilana offre un millefiori interessante, prodotto sui pascoli montani, in apiari posti a quote superiori agli 850 metri.

Recenti studi hanno dimostrato come la ricchezza della biodiversità sia direttamente proporzionale all’altitudine montana: oltre la quota appena citata si assiste ad uno straordinario aumento di fioriture, passando dalle 80 specie in primavera, alle 130 in estate. Tra le piante più comuni ci sono numerose graminacee, cistacee e labiate, abbinate a trifoglio bianco, rovo e altre rosacee, papaveri, lupinella e ginestrino. In tarda estate, con una maggiore fioritura, si aggiungono asparago selvatico ed edera. Tutto questo si traduce in un millefiori di montagna dai profumi e dai sentori particolari e caratteristici: delicati e floreali in primavera, più decisi nei mieli tardivi.

Slow Food Abruzzo

Slow Food è una grande associazione internazionale no profit impegnata a ridare il giusto valore al cibo. Ogni giorno Slow Food lavora in 150 Paesi per promuovere un’alimentazione buona, pulita e giusta per tutti.

I Presìdi Slow Food

I Presìdi Slow Food riuniscono e sostengono piccoli produttori custodi di grandi tradizioni gastronomiche a rischio di estinzione.

Contatti

Corso Roma 53, 66034 – Lanciano (Ch) Tel: 338.2680783 Email: info@slowfoodabruzzo.it