CIPOLLA DI BAGNO

Area di Produzione

Frazioni di Bagno, Civita di Bagno e Monticchio (nel comune de L’Aquila) e parte del Comune di Ocre (provincia di L’Aquila)

Stagionalità

La raccolta avviene tra la fine di agosto e la fine di settembre.

Il Presidio

Referente dei produttori

Anna Ciccozzi

Tel. 3396484673

ciccozzianna@live.it

Responsabile Slow Food

Silvia De Paulis

Tel. 348 1401957

silviadepaulis@yahoo.it

Fino agli anni ‘60 la coltivazione di questa cipolla rappresentava un’importante economia per i coltivatori locali. Parte del raccolto era ritirato da un commerciante di Terni, insieme ai fagioli delle “restoppie”, ed era destinato alla trasformazione.

L’ecotipo locale è stato conservato gelosamente dai pochi agricoltori e dai tanti ortolani della frazione di Bagno. Il legame forte con questa cipolla è dimostrato dal fatto che nessuno permette ad altre varietà di cipolla coltivate di andare in fioritura, per scongiurare il rischio di ibridazione. Per custodire questo ecotipo, una produttrice si occupa della produzione del seme della cipolla di Bagno e distribuisce mazzetti di bulbilli a tutti gli abitanti che ne fanno richiesta, oltre che ai coltivatori aderenti al Presidio.

Il Presidio è sostenuto dal Gal Gran Sasso Velino.

I Produttori

Felice Biasini

Via Carboniera 20/A
Civita di Bagno (Aq)
Tel. 347 5464339
felicebiasini1@gmail.com

Anna Ciccozzi

Strada provinciale per Bagno, 18/B
Civita di Bagno (Aq)
Tel. 339 6484673
ciccozzianna@live.it

Gioconda Pellegrini

Via Cotta, 14
Civita di Bagno (Aq)
Tel. 345 3530813
aziendaagrogiocondapellegrini@gmail.com

Giorgio Scimia

Via Marsicana, 13B
Civita di Bagno (Aq)
Tel. 335 7691556
Giorgio.scimia@tin.it

Approfondimenti

La cipolla di Bagno è da sempre una specialità rinomata nella zona e in particolare nei mercati della città dell’Aquila. Tanto che gli anziani produttori, gelosi dei semi, li custodivano come un tesoro e li scambiavano solo tra di loro.

Con il passare degli anni, insieme ai contadini più anziani stava scomparendo anche il prodotto. Oggi un gruppo di produttori locali è impegnato a recuperarlo e tramandarlo perché sia ricchezza e opportunità per le nuove generazioni.

Questo ortaggio presenta una forma leggermente schiacciata, la buccia dorata e la polpa bianca, quasi trasparente. La consistenza è compatta e l’odore è pungente, ma tendente al dolce. Il sapore è zuccherino, tanto dolce che un tempo veniva data ai bimbi come merenda, cotta sotto la brace, aperta e spolverata di zucchero.

 Il peso medio di ciascuna cipolla varia tra i 400 e i 1100 grammi e il diametro è di circa 10,15 cm fino a un massimo di 20, 25 cm.

La storia della cipolla di Bagno

La conca aquilana e in particolare le frazioni di Bagno, Civita di Bagno e Monticchio, nel comune dell’Aquila, e in parte anche il Comune di Ocre, sono le aree in cui viene coltivata la cipolla, in terreni pianeggianti e irrigui.

Fino a 60 anni fa questa cipolla “dorata” si coltivava anche a 1000 metri di altitudine, sul Monte Ocre. Anzi, le persone del posto da sempre ne attribuiscono le proprietà organolettiche alle acque dei due laghi, San Raniero e San Giovanni, usate per l’irrigazione.

Il terreno dedicato alla coltivazione si prepara in autunno, arando a circa 30, 35 cm di profondità e praticando una leggera fresatura. Il seme si produce interrando, tra gennaio e febbraio, i bulbi della stagione precedente, scelti tra quelli di maggiori dimensioni. Tra la fine giugno e i primi di luglio si procede alla raccolta dei piccoli semi di colore nero che si fanno poi essiccare al sole per la conservazione. La semina avviene in piccole parcelle di terreno dedicate alla produzione dei bulbilli. Prima del trapianto le piantine sono “cimate” a circa 20 cm dal bulbilllo, per smorzare la vegetazione.

La concimazione avviene con letame maturo di pecora (da tutti considerato l’ideale), ma anche con letame di vacca o di maiale.

La coltura normalmente va in rotazione ogni anno con i cereali (grano o orzo). I bulbilli si mettono a dimora tra fine maggio e fine giugno, a ridosso della festa padronale di San Raniero, che cade nell’ultima domenica di giugno. Al trapianto segue una copiosa irrigazione a scorrimento e la rottura della crosta (in dialetto si dice che la terra si deve “spallà”). La cipolla deve crescere metà dentro il terreno e metà fuori. Prima della raccolta, quasi a maturazione, nei periodi particolarmente piovosi, è in uso piegare lo stelo al fine di evitare che l’acqua entri all’interno (in dialetto si dice che “si scianca”).

Le cipolle di Bagno si mangiano perlopiù fresche, ma è uso comune legarle in trecce e conservarle al fresco in cantina, oppure in cassette capovolte.

Oggi si conserva sotto forma di composta, confettura e di conserva in agrodolce, secondo ricette tramandate nelle famiglie. La composta e la conserva accompagnano benissimo formaggi freschi e stagionati e il bollito. I piatti della tradizione sono la cipolla e baccalà (piatto tipico delle feste), la cipolla al forno con pangrattato e la cipolla al forno con patate.

Slow Food Abruzzo

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I Presìdi Slow Food

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Contatti

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