CIPOLLA BIANCA DI FARA FILIORUM PETRI

Area di Produzione

Comune di Fara Filiorum Petri in provincia di Chieti

Stagionalità

Si raccoglie nel periodo estivo, è disponibile per il consumo dalla fine di luglio.

Il Presidio

Responsabile Slow Food

Aldo Mario Grifone, tel. 339 1784284

aldomario.grifone@fastwebnet.it 

Referente dei produttori

Corrado Di Nardo, tel. 347 8954727

corrado.dinardo@gmail.com

cipollabiancapiattafarafp@gmail.com

 

Con il tempo i semi sono andati perduti e soltanto recentemente, dopo numerosi tentativi e tanta fatica, i contadini locali sono riusciti a recuperare il seme originario dall’ultimo coltivatore rimasto. Il Presidio vuole sostenere l’attività degli agricoltori per aumentare la quantità prodotta e restituire alla coltivazione i terreni alluvionali e ricchi di acqua del Comune di Fara Filiorum Petri che hanno permesso, attraverso i secoli, lo sviluppo di questa particolare e peculiare varietà di questa pianta bulbosa. I produttori hanno anche promosso il recupero della locale festa dedicata alla cipolla, Fara Cipollara, che si svolge ogni anno in agosto.

I Produttori

Az. Agricola Stefania Ranieri

Fara Filiorum Petri (Ch), Via Mandrone, 3
Tel. 0871 70512 338 8655246
francofiocco61@gmail.com

 

Laura Tucci

Bucchianico (Ch), Via Santa Chiara, 25
Tel. 347 8462925
tucci.laura84.it@mail.com

Az. Agricola Del Ciotto Rosanna

Fara Filiorum Petri (Ch), Via Colli, 235
Tel. 366 3237494
momone.89sp@gmail.com

La Fattoria del Nonno

Fara Filiorum Petri (Ch), Via San Nicola, 18
Tel. 338 1508985 – 339 6301478
giampietrodevitis@alice.it
www.lafattoriadelnonno.it

 

L’Antico Tratturo

di Nicola Ciavalini
Fara Filiorum Petri (Ch), Via Piana Masseria, 1
Tel. 340.3341518

www.anticotratturo.it
info@anticotratturo.it

Approfondimenti

Nei paesi del Mediterraneo la cipolla è sempre stata un ortaggio largamente utilizzato, ne consegue che abbia sempre rivestito un ruolo economico importante. Sviluppatasi probabilmente in Asia centrale, la cipolla coltivata mostra caratteristiche in comune con due specie selvatiche proprie di quella zona. Già attestata in Egitto nel 2500 a.C., la coltura di questo ortaggio si diffonde soprattutto nel periodo romano, quando si conoscevano diverse specie sia nazionali che d’importazione. Secondo Plinio, una delle cipolle più note era quella amiternina, ossia quella coltivata nei pressi di Amiternum (Aq). A Columella, invece, piacevano le cipolle della Marsica, caratterizzate dalla presenza di un solo bulbo, per questo chiamate unio (da cui poi sarebbero derivati i termini onion e oignon). Anche nel Medioevo la pianta era coltivata in maniera piuttosto capillare e oltre alla cipolla classica era noto anche lo scalogno. Fino agli inizi del Novecento le aree abruzzesi vocate alla coltivazione erano: Paganica e Bagno nella provincia aquilana, Cappelle sul Tavo in provincia di Pescara e Fara Filiorum Petri in provincia di Chieti. Proprio a Fara, la coltivazione della cipolla veniva effettuata nei “cipollari”, terreni pianeggianti localizzati in prossimità del fiume (attività attestata da diversi documenti notarili del XIX secolo). Ma Fara Filiorum Petri non è solo il paese della cipolla. È tradizione, infatti, festeggiare Santo Antonio Abate col rito particolare della costruzione delle “farchie”: enormi fiaccole di canne palustri che vengono bruciate durante la festa. Leggenda vuole che il rito nasca da un miracolo attribuito a Sant’Antonio, apparso nelle vesti di un generale alle truppe francesi che, nel 1799, stavano tentando di conquistare anche Fara. In quel momento il bosco intorno al paese diventò un muro di fuoco. Per questo, ogni anno, gli uomini di tutte le contrade si riuniscono per comporre le “farchie”, che a gennaio, nei giorni di festa dedicati al Santo, vengono innalzate al cielo e arse. Alle donne spetta il compito di preparare il cibo tradizionale della festa, cipollate, pani di Sant’Antonio, e soprattutto dolci, crespelle e calzoncini ripieni di ceci e miele, marmellate e mandorle.

La storia della Cipolla bianca di Fara Filiorum Petri

Piatta, bianca, dolce ed aromatica, ecco la cipolla di Fara Filiorum Petri. Secondo tradizione, nel 1300, i monaci del locale convento di Sant’Eufemia si dedicavano, nei loro orti, alla coltivazione di un tipo di cipolla davvero particolare, sia per forma che per sapore. Questo tipo di coltura ha trovato nei terreni argillosi caratteristici della zona l’ambiente ideale per poter crescere, tanto da essere chiamati appunto “cipollari”. Pare che la cipolla abbia la particolare forma schiacciata a causa dell’elevata quantità di acqua di cui necessita, per cui, gli agricoltori, raccoglievano dell’acqua con una pala e la versavano sulle cipolle, in modo da non far mai mancare il giusto apporto idrico di cui avevano bisogno.

La violenza del getto avrebbe causato l’appiattimento dell’ortaggio che, di conseguenza, si sarebbe poi sviluppato in larghezza. Un ortaggio così importante per l’economia del paese che viene festeggiato ogni primo fine settimana di agosto. Questa varietà locale è da sempre nota nella tradizione gastronomica come una prelibatezza della provincia di Chieti. Detta anche piattona, per il suo sapore particolare può accompagnare fresche insalate o piatti a base di fegatini. Le cipolle di Fara Filiorum Petri, inoltre, possono essere l’ingrediente principale della cipollata un piatto tradizionale a base di cipolle, da poco raccolte, che, cotte per lungo tempo in un tegame di coccio, diventano morbide e dolci. Sono apprezzate anche arrostite sulla brace.

Slow Food Abruzzo

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I Presìdi Slow Food

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